L’Italia contro gli sprechi alimentari
È legge la cosiddetta legge anti sprechi alimentari anche nel nostro paese.
L’Italia rappresenta uno dei paesi più importanti per il comparto alimentare mondiale. Le eccellenze italiane sono molto ben conosciute ed apprezzate nel resto del pianeta e ciò ha consentito al nostro paese di avere un posto di rilievo nella produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti alimentari di diverso tipo. Anche in campo legislativo l’Italia, ha ottenuto riconoscimenti importanti ed all’altezza della qualità del comparto alimentare che rappresenta diventando la sede dell’EFSA (l’ente europeo per la sicurezza alimentare). Proseguendo nell’intento di essere un paese di riferimento, anche in questi tempi difficili, i nostri legislatori hanno approvato una legge specifica per contrastare il fenomeno degli sprechi alimentari. La legge in questione è stata infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 202 del 30 agosto 2016, come Legge 19 agosto 2016, n. 166, recante “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. Questa legge, eredità diretta della mission di Expo 2015, punta a superare i vincoli commerciali legati in maniera particolare alla normativa sanitaria ed a consentire un più rapido e facile passaggio dal produttore o commerciante ai centri di raccolta per gli enti benefici o mense di tipo assistenziale. È forse inutile puntualizzare che i prodotti utilizzabili sono esclusivamente:
- prodotti invenduti o non somministrati per carenza di domanda;
- ritirati dalla vendita perché non conformi ai requisiti aziendali di vendita;
- rimanenze di attività promozionali;
- prodotti prossimi alla data di scadenza;
- rimanenze di prove di immissione in commercio di nuovi prodotti;
- prodotti invenduti perché danneggiati da eventi meteorologici a causa di errori nella programmazione della produzione;
- prodotti non idonei alla commercializzazione per difetti di imballaggio secondario che non pregiudicano le condizioni di conservazione.
E non certo prodotti avariati o scaduti. I produttori, i commercianti, i ristoratori ma anche ONLUS ed Enti Pubblici potranno quindi donare derrate non più da loro utilizzabili anche se solo per etichettatura irregolare purché tale irregolarità non sia riferita alla data di scadenza, al TMC o alla presenza di allergeni. In definitiva, per la normativa sanitaria, si fanno salvi i principi di riferimento dei regolamenti europei 852/04 e 178/02. Il confronto rispetto all’analoga legge francese evidenzia come nel caso transalpino vi sia una impostazione di tipo punitivo (multe per chi non dona l’eccedenza), mentre nella legge italiana si è preferito puntare sugli incentivi (per esempio con la possibilità per i Comuni di abbassare la TARI ai donatori) e sulla semplificazione burocratica (per esempio consentendo la cessione di prodotti agricoli a titolo gratuito, incentivando la produzione a km 0 oppure consentendo la donazione del pane purché prodotto entro le 24 ore precedenti). Nel campo della ristorazione ad esempio viene favorito l’utilizzo del family bag.
Lo scopo della legge è chiaro: permettere l’utilizzo di parte dell’immensa quantità di cibo che quotidianamente viene sprecato per permettere a chi ne ha bisogno di sopravvivere.