Etichettatura prodotti alimentari: obbligatorio indicare lo stabilimento in etichetta
Con il Reg. UE 1169/2011, entrato in vigore il 13 dicembre 2014, è stato abrogato l’obbligo di indicare nelle etichette dei prodotti alimentari lo stabilimento di produzione o di confezionamento. Nel Regolamento si richiede infatti di indicare esclusivamente il responsabile legale del marchio, che non è certo utile ad identificare dove viene prodotto un alimento. Questo punto del Reg. UE 1169/2011 è stato il più controverso e contestato nel nostro paese poiché fin dal 1992 grazie al D. Lgs 109/92, l’indicazione di provenienza era obbligatoria. Le aziende italiane ritengono che a guadagnarci, nel non esprimere la provenienza, siano soprattutto le grandi multinazionali europee della distribuzione, non più costrette a fornire questa indicazione sul luogo di produzione e quindi non passibili di alcuna sanzione.
Il 17 marzo 2017 il Consiglio dei Ministri, con un Decreto Attuativo ha invece approvato un provvedimento in cui viene reintrodotto quest’obbligo in etichetta.
Il Ministro Martina ha chiaramente espresso la volontà di “dare massima informazione ai cittadini sugli alimenti che consumano”, di assicurare una corretta informazione al consumatore consentendo “la rintracciabilità immediata degli alimenti da parte degli organi di controllo” e di “valorizzare la distintività del nostro modello agroalimentare”
La volontà dell’Italia per mezzo del nostro Ministro Martina è quello di continuare la battaglia anche in Europa al fine di ottenere etichette degli alimenti il più complete possibili. In Italia, anche dopo l’abolizione di quest’obbligo, numerose aziende hanno continuato a dichiarare lo stabilimento di produzione o di confezionamento nelle loro etichette.
Parzialmente contraria è Federalimentare poiché ritiene che questo provvedimento nazionale sarà penalizzante per i produttori italiani e che queste battaglie di trasparenza più che legittime vadano vinte a Bruxelles.
Le aziende avranno 180 giorni per lo smaltimento delle etichette già stampate e, per i prodotti già in commercio, si potrà aspettare il loro esaurimento. Le sanzioni saranno aumentate ed il controllo spetterà al Dipartimento dell’Ispettorato della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari.